Dall'unita' online:
Sbarrare la strada al software libero, costi quel che costi». Firmato: Microsoft di Massimo Cavallini
Steve Ballmer, Chief Executive Officer di Microsoft, non ha perso occasione, negli ultimi anni, per testimoniare la propria baldanzosa sicurezza di fronte alla sfida dell «open source». Ma un perentorio ordine di scuderia, diffuso un anno fa, via e-mail, dallallora responsabile del settore vendite, Orlando Ayala, rivela con quanta ansiosa aggressività il colosso di Redmond stia, in realtà, fronteggiando un fenomeno che, evidentemente, teme possa sfuggire al suo controllo di superpotenza monopolistica. Il contenuto del messaggio di Ayala inviato a tutte le sedi del mondo e reso pubblico ieri da un articolo dellInternational Herald Tribune - è, a suo modo, assai semplice: laddove si tratta di strappare contratti con governi stranieri o con grandi istituzioni, perdere nei confronti di Linux (portabandiera del movimento a fonte aperta) non è unopzione. Occorre vincere, se necessario tagliando i prezzi dei prodotti Microsoft oltre ogni logica di mercato.
Ed è proprio per questo per escludere ogni possibilità di sconfitta di fronte ad un nemico al quale nulla deve essere concesso che la casa madre ha costituito uno speciale fondo destinato a sostenere le necessarie operazioni di dumping (vendite sottocosto). Le rivelazioni dell International Herald Trubune riprese da ITworld.com, New York Times, Mercury News, News.com e CNN.com potrebbero ora creare seri guai a Microsoft in Europa ed in tutti quei paesi nei quali la pratica del dumping è severamente proibita.
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http://edition.cnn.com/2003/TECH/biztech/05/15/microsoft.linux.reut/index.ht ml